IMPRESA E MARKETING: PRO O CONTRO L’UTILIZZO DEI SOCIAL?

Fino a non molti anni fa, essere presenti online significava esserlo nel mondo del web e in particolar modo sulle pagine proposte da Google agli utenti in merito alle loro ricerche; da qui, infatti, la specializzazione di molti professionisti della comunicazione in tematiche come Seo e Posizionamento, ovvero tipologie di scritture e tecniche affinché Google ti riconosca come affidabile e ti proponga tra le prime risposte dinanzi alle richieste digitate sulla barra di ricerca.

Dopo l’avvento dei Social è diventata consuetudine credere che l’unica cosa che conta sia essere presenti, come azienda e come professionisti, sui Social Network: ulteriore corrente di pensiero vuole che si debba essere presente su tutti, perché più si è visibili più le possibilità di fare business sono alte. Ma è realmente così?

Social: sì, ma quale?

Ne parliamo con Francesco, esperto di Social Media Marketing per una grande azienda italiana che propone posizionamento e Social Media Management: «Oggi i Social Media sono tanti e profondamente diversi tra di loro. Si fa ancora molta confusione tra Facebook e Instagram, ad esempio, ma pur essendo nati e cresciuti quasi in contemporanea (Instagram è leggermente più giovane, ndr) hanno pubblici differenti. L’utente medio di Facebook, ad esempio, è molto più adulto di quello di Instagram: per questa ragione un’azienda che ha un target di fascia giovane (pensiamo, ad esempio, a un marchio di abbigliamento per adolescenti) dovrà investire meno su Facebook rispetto a Instagram, dove è più facile che incontri il suo Target Market di riferimento. Un altro esempio riguarda LinkedIn: è un Social molto complesso, dove non è sufficiente scrivere un post autocelebrativo affinché i clienti arrivino a bussare alle nostre porte. Anzi: un Social come LinkedIn, se mal gestito, diventa quasi controproducente essendo un Social incentrato particolarmente sul mondo della professione. Anche LinkedIn ha il suo pubblico e il contenuto va studiato in base ad esso: ma soprattutto va analizzato se è il pubblico giusto a cui rivolgersi. Un altro errore che si commette – spiega Francesco – è quello di credere che i Social siano “gratuiti”. Certo, l’iscrizione alle loro piattaforme lo è ma non lo è la possibilità di fare un marketing di qualità: se si crede che i Social siano l’alternativa gratuita a uno spazio su un giornale, a uno spot televisivo, a un cartellone sulla tangenziale o alla stampa dei volantini poiché questi vanno pagati, cadiamo in fallo. Nessuna azienda riesce a sbarcare il lunario senza investire il giusto budget per la sua pubblicità sui Social: e non si creda che siano sufficienti i cinque euro di investimento per arrivare ai milioni di utenti che tutti i giorni utilizzano i Social».

Essere sui Social: è obbligatorio?

«Mi occupo di Social per lavoro, per tanto dovrei dire di sì. La realtà è che non è obbligatorio essere sui Social, per un’azienda, specialmente se non ha ben chiaro cosa vuole comunicare e come vuole farlo. Aprire una pagina Social, su qualsiasi piattaforma, e poi non curarla, aggiornarla senza una regolarità lasciando pubblicati post vecchi, è assolutamente controproducente. È stato analizzato il comportamento degli utenti dinanzi alle pagine Facebook aziendali non curate e non aggiornate e la maggior parte di loro ha creduto che si trattasse di aziende fallite, quando invece erano aziende in vita e ben funzionanti. Essere sui Social per dire di esserci non ha alcun senso né utilità: meglio, a questo punto, non esserci e continuare come si è sempre fatto se si vede che funziona. Se, invece, si sente la necessità di approcciare al Social per alimentare il nostro marketing, meglio farlo con un piano strutturato».

L’esperienza di Edoardo T.: no, la mia azienda non è sui Social

«Sono titolare di una piccola azienda manifatturiera del nord Italia, abbiamo una sede anche al centro: non abbiamo mai preso in considerazione l’idea di pubblicizzare la nostra azienda sui Social semplicemente perché, fino ad ora, non ne abbiamo sentito la necessità. I nostri clienti sono aziende e produttori, non ci cercano sui Social e tantomeno sapremmo cosa raccontare al pubblico poiché il nostro lavoro è piuttosto pratico e, diciamo così, poco poetico. Almeno per noi. Siamo stati contattati infinite volte da aziende che ci hanno proposto la cura dei Social Network ma ci siamo sempre rifiutati perché abbiamo timore di non offrire contenuti interessanti, in linea con le richieste di chi utilizza i Social, e questo potrebbe essere controproducente. Siamo online con il nostro sito, certo, ma anche questo è molto basico: ci serve affinché online ci sia scritto dove siamo, come contattarci e le nostre offerte di lavoro. Informazioni pratiche e utili in particolar modo per clienti, fornitori e possibili dipendenti».

L’esperienza di Serena M.: senza i Social non lavorerei

«Sono una consulente di immagine e ho iniziato il mio lavoro proprio tramite i Social, in particolar modo Instagram e ora anche TikTok: le mie prime clienti sono arrivate proprio perché hanno iniziato a seguire i miei canali ed è tramite questi che acquisisco nuove clienti e fidelizzo coloro che già mi hanno scelta. I Social mi permettono di tenermi in costante contatto con le mie clienti, che hanno sempre bisogno di una consulenza anche in “real time” e questo i Social lo permettono più di qualunque altro mezzo. Non ho mai preso in considerazione l’idea di fare un marketing diverso da quello del Social: forse pubblicherei un libro ma lo sponsorizzerei poi sui Social. Oggi credo ci siano professioni che senza i Social non potrebbero proprio esistere».

I Social: scegliamo insieme la soluzione

Attraverso una consulenza con Pmc, possiamo capire insieme qual è il miglior percorso di marketing da seguire: i Social più adatti alla tua azienda o, in alternativa, gli strumenti pubblicitari da utilizzare se i Social non sono quelli corretti. Troppi luoghi comuni, oggi, girano intorno al marketing, alla pubblicità e all’utilizzo dei Social: sfatiamoli insieme affinché il tuo marketing sia efficace e non abbia perdite di tempo o di denaro.